venerdì 5 luglio 2019

ONG NEL MEDITERRANEO:
UNA PROVOCAZIONE CONTINUA
E UN ATTACCO POLITICO
 
 
Le autorità italiani indicano a una imbarcazione di una ONG di andare a sbarcare i clandestini che ha imbarcato subito fuori dalle acque territoriali libiche, in zona SAR libica, subito prima che intervenisse una unità libica. Poi si dirigono a nord e chiedono "un porto sicuro". Dopo alcune trattative internazionali e dopo che l'unità è giunta presso Lampedusa, viene indicato La Valletta, a malta,
Niente, questi dicono che a Malta non ci possono andare e che devono sbarcare a Lampedusa perché a bordo sono in tanti. Ora, prendete una mappa e guardate la rotta che hanno fatto e quanto è distante Malta, tenendo presente che, dettaglio importante, le unità italiane hanno recuperato 13 fra "minori" (occhio perché sono minori "auto certificati" da loro, tenendo presente che è stranoto che i minori vengono sempre accolti!) e donne in stato interessante.
A bordo la situazione non è semplice in quanto si tratta di un motoveliero a due alberi noleggiato, dove fra l'altro a bordo si trovano un giornalista RAI e altri giornalisti.
Ora è palese che si tratta di un attacco al governo italiano, una scelta politica per metterlo in difficoltà, dove l'obiettivo non è tanto traghettare qualcuno qualche elemento, quanto dimostrare che questi flussi sono "inarrestabili". Una serie di reati solo per motivi ideologici che trovano sponda fra diversi politici italiani dell'opposizione. Un senatore del PD (un industriale; un "padrone" si sarebbe detto un tempo a sinistra) a "La 7" ha detto "... si rassegni Salvini perché da qui al 2050 in Italia ci saranno 40 milioni di immigrati"! E anche in ambito di una magistratura di cui si scoprono seri problemi, vi è chi si ispira più che al diritto all'ideologia per le sue scelte.
A questo punto il gioco è chiaro e bisogna fermarlo. E visto che ci siamo, sarebbe anche il caso di sistemare la  Libia. E a noi ci vengono alla mente i tanti articoli in cui, fin dal 2011, chiedevamo l'inizio di una missione in Libia, inevitabile salvo per i politici europei che la dovevano lanciare, subito, dato che si sapeva benissimo cosa poteva accadere.
Bloccare i nuovi Caronte e bloccare anche il flusso di piccole imbarcazioni che scaricano clandestini (e vi lasciamo immaginare chi potrebbe esservi fra questi) dalla Sardegna alla Puglia, passando per Sicilia e Calabria. Ma bisogna aumentare i controlli anche lungo in confini, incluso i confini europei ovviamente. In particolare ci riferiamo a confini come quello fra Croazia e Bosnia-Erzegovina, dove le forze di Zagabria fanno di tutto per incrementare i controlli, resi difficili dalla lunghezza della frontiera. Dev'essere chiaro che l'Europa aiuta ma non si lascia imporre niente da nessuno. ma il problema è anche l'Europa che non ha una politica e dove, dopo certi slanci di alcuni paesi, oramai tutti hanno chiuso porte e finestre, in quanto, guarda caso, sono sorti seri problemi.
 

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