mercoledì 3 luglio 2019

Alzo Zero 

QUANDO IL MAGISTRATO E' TERRAPIATTISTA 
 
Il magistrato (o vuole essere chiamata "la magistrata") Alessandra Vella, GIP del caso SEA WATCH 3, non conferma nessuna (ma proprio nessuna) delle accuse contro la persona responsabile della nave, non confermandone il fermo (il che è ben diverso da una assoluzione), fa tutta una serie di osservazioni che stanno provocando un finimondo, in quanto cozzano in modo stridente con la realtà, anche quella che hanno potuto vedere tutti, come quando la nave (ignorando gli Alt ripetuti più volte) ha costretto la vedetta della Guardia di Finanza ad abbandonare la posizione lungo il molo, semplicemte tentando di schiacciarla. Date voi le valutazioni che volete su certe affermazioni, sul fatto che l'unità della Guardia di Fianza sia una "nave da guerra" fuori dalle acque territoriali e diventi un patino all'interno delle medesime e via proseguendo.
A nostro avviso l'elemento più clamoroso e che grida allo scandalo (e a provvedimenti molto seri) è quando afferma che "Libia e Tunisia non sono porti sicuri", dimenticando che oiu viu sarebbe anche Malta. 
I nostri lettori sanno quale sia la situazione in Libia ma guarda caso dai libici per mare se ne vedono pochissimi, salvo chi organizza questi traffici infami. I libici rimangono in Libia, attendendo una soluzione a cui tanti "pacifisti e hippies" nostrani non danno un contributo concreto, rifiutandosi di muovere un dito e negando l'unica soluzione, vale a dire una grande operazione militare internazionale, come fu fatto in Albania, Bosnia, Kosovo, Timor Est e via proseguendo.
Che la Tunisia non sia un porto sicuro, non solo non è assolutamente vero ma rappresenta una gravissima offesa per un paese amico e per l'intelligenza di tutti. Se qualche magistrato facesse un giro sulle spiagge in Tunisia, vi troverebbe decine di migliaia di turisti europei (e non pochi pensionati italiani che vi abitano!!), ma non nella parte più lontana dalla Libia, per esempio nell'area di Biserta, ma proprio sulla costa orientale, inclusa l'isola/penisola di Djerba, a ridosso del confine, da dove passammo nel 2011 per raggiungere Tripoli (e anche in quei giorni i turisti non mancavano). Dottoressa Vella, lo vada a dire ai turisti che prendono il sole a Djerba che la Tunisia non è un porto sicuro e vediamo che risposte avrà da persone in pantaloncini e costume da bagno! E Malta, vi è "insicurezza" anche a Malta?
La cosa è talmente clamorosa che la finiamo qui. Siamo certi invece che la vicenda SEA WATCH 3 non finirà qui e se il Consiglio Superiore della Magistratura si schiererà in difesa di posizioni oggettivamente insostenibili, perderà quello scampolo di credibilità che rimane dopo i recenti avvenimenti al suo interno, dove dovrebbe esservi l'apice della qualità e della correttezza professionale e invece ne succedeva di tutti i colori, inclusi i contatti con un certo Luca Lotti, personaggio vicinissimo a Renzi che ambiva perfino a volere la delega sui servizi d'informazione, giusto se qualcuno se lo fosse dimenticato! 
Per bloccare i traffici, serve una missione anche ai limiti delle acque territoriali libiche che blocchi certi traffici pericolosissimi e sommamente illegali e magari evitino che, infischiandosene del blocco dell'ONU, navi vadano a scaricare tranquillamente armi a Tripoli, postando poi tutto in rete, proprio a sfidare le risoluzioni ONU.

P.S. Il ministro degli Interni Salvini, ha rivelato in aula che lo sbarco dei clandestini era stato deciso per l'indomani, dopo che quattro paesi avevano offerto la loro ospitalità. Per questo l'atto di forza è stata una scelta ben precisa, una vera provocazione, lontano anni luce da "lo stato di necessità" evocato da qualcuno, inclusa la dottoressa Vella. Linea ferma contro i trafficanti ma anche con chi ci racconta che la terra è piatta, finendo, in buona sostanza, per alimentare le partenze e certi traffici.

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