giovedì 20 giugno 2024

 UN COMMENTO A EUROSATORY 2024:

IL RITORNO DEL "PESANTE"

 

Tornati da Eurosatory 2024, dopo aver percorso l'enorme area espositiva, in quanto non ci occupiamo solo dei "grandi", possiamo fare alcuni commenti, rimandando ovviamente a ulteriori blog e ai numeri di RAIDS dei prossimi mesi per un'analisi più ampia e dettagliata.

Diciamo chiaramente che era decenni che non si vedevano così tante novità e così importanti. In conseguenza della nuova invasione russa (qualcuno anche fra i giornalisti fa finta di dimenticare che già nel 2014 si affrontavano carri, artiglierie e velivoli!), vi è stato un risveglio dal lungo letargo susseguente la fine della Guerra Fredda. Ovviamente nessun politico, o quasi, voleva uscire dalla situazione che vedeva le spese militari ridotte al minimo (ma solo in Europa) e grandi affari (anche personali) con la Russia, con ex primi ministri nel boarding di colossi economici di Mosca, giusto per ricordarlo a chi ha la memoria di un triceco o fa finta, per interessi personali, di non avere memoria.

Bene. Dimentichiamoci tutto questo passato perché Putin, credendo oramai che i paesi europei fossero "un frutto maturo", ha tentato un colpo veramente grande, pensando che anche a questo giro sarebbero piovuti solo "ammonimenti", "note di disappunto" e via proseguendo.

Camminando (tanto) fra gli stand di Eurosatory, abbiamo avuto l'immagine plastica di quanto la situazione sia cambiata. L'edizione 2022 era già stata "animata" ma ancora il cambio di passo, pochi mesi dopo il 24 febbraio, non era stato possibile mettere in mostra le prime risposte concrete.

Quest'anno il clima era veramente cambiato anche per le conseguenze del conflitto in Medio Oriente e la clamorosa esclusione, oggetto di un contenzioso anche giudiziario, delle ditte israeliane e perfino dei dipendenti con passaporto israeliano, esclusione poi tolta da un tribunale a salone in corso, tanto che abbiamo incontrato due visitatori con tanto di kepià in testa. E pensiamo che tutta la vicenda avrà pesanti strascichi giudiziari e politici.

L'impressione è che il settore terrestre in Europa si è rimesso in marcia, guarda caso guidato dalla Germania ma anche con altre realtà, come gli scandinavi, notoriamente popoli pacifici ma anche gelosi difensori della loro indipendenza, ora tutti facenti parte della NATO, cosa che la dice lunghissima su come stanno le cose. 

L'Italia nel settore terrestre non è forte come in quello aereonautico e navale ma può dare un apporto importante, ad inziare dalla scelta del nuovo MBT, a cui il Parlamento ha già assegnato un finanziamento importante. Subito prima del salone di Parigi era giunta la notizia ufficiale dell'interruzione della trattativa fra Leonardo e KNDS (la società nata dalla fusione della tedesca KMW e della Nexter francese, due giganti europei nel settore) per la produzione in Italia dei LEOPARD 2 A8. Abituati a tenere gli occhi aperti, abbiamo notato certi contatti fra ambienti italiani e Rheinmetall, ovviamente in grande evidenza con il suo nuovissimo carro PANTHER (scelto dall'Ungheria, alla luce anche del nuovo complesso indusriale Rheinmetall in quel paese), ora proposto anche in versione PANTHER U, con torretta non presidiata e sistema di caricamento automatico ed equipaggio ridotto a 3 militari. I militari italiani ovviamente hanno visitato entrambe queste realtà ma si tratta sempre di grandi e complesse trattative economiche e anche KNDS ha nuove proposte per cui bisogna muoversi con attenzione e lungimiranza ma, visto come stanno le cose, intanto andiamo avanti con il programma C-2 ARIETE II, dove l'E.I. sta valutando i primissimi mezzi consegnati. Noi rimaniamo sempre fermamente convinti che un sistema di protezione attiva sia assolutamente indispensabile, su questi carri e su altri mezzi protetti, considerando che con i soliti droni Hamas ha messo fuori combattimento uno dei MERKAVA IV che il 7 ottobre erano schierati sul confine con Gaza. In Italia si pensa anche ad un sostituto dell'IFV FRECCIA ma, intanto, andrebbe dotato di protezione attiva che serve sempre, anche quando si opera in presenza di forze irregolari dato che certi droni sono alla portata di tutti (terroristi inclusi).

Non vi diciamo il numero enorme di proposte nel settore dei droni, dove gli investimenti necessari sono nettamente inferiori, per cui in tantissimi fanno proposte, in continua evoluzione.

Ma bisogna anche assolutamente ricordare l'avvenuta presentazione del nuovissimo elicotero d'attacco AW-249 FENICE, di cui a brevissimo volerà il terzo prototipo con il quarto previsto entro la fine dell'anno. Lo sviluppo sta andando benissimo considerando che si tratta di un velivolo veramente complesso, in grado di gestire droni e lotering munitions, utilizzare missili SPIKE con 15 km di raggio. Abbiamo chiesto se potevamo acquistarne una ventina avendo un cliente pronto ad utilizzarli subito ma ci è stato risposto che le prime consegne all'Esercito Italiano sono previste per il 2027. Si tratta dell'unico elicottero d'attacco attualmente in sviluppo in Europa e l'interesse è altissimo, dato che, giusto per fare un esempio, i tedeschi hanno deciso di non aggiornare i loro TIGRE (un programma condiviso con la Francia che non ha dato i risultati sperati) e gli AH-64 APACHE sono macchine concepite decenni orsono (primo volo 30 settembre 1975!) e suppur profondamento ammodernate e aggiornate, risentono di precisi limiti pur essendo subito disponibili (da qui la scelta polacca nonostante fossero molto interessati al FENICE). AgustaWestland è una realtà solidissima e pensiamo che, viste anche le prospettive economiche, faranno l'impossibile per accorciare i tempi di messa a punto finale.

Le onde lunghe di quanto esposto a Parigi si sentiranno per molto tempo raccomandando che, oltre che all'Intelligenza Artificiale (IA), vi sia sempre attenzione nei riguardi dell'Imbecillità Naturale (IN), sia in campo tattico che strategico dato che qualcuno può fare azzardi di ogni tipo, autentiche follie, tanto che ci troviamo, ad oltre due anni, con un grande conflitto convenzionale in Europa. I russi (ma non solo loro, in quanto perfino il pontefice ha voluto esprimersi sull'argomento!) narrano che è colpa dell'aggressività della NATO ma in realtà Putin contava proprio sull'arrendevolezza europea, visto le reazioni (o, per meglio dire, le "non reazioni") all'invasione del 2014.

Molto probabilmente ha sbagliato i calcoli e se ne sta accorgendo ora.

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