venerdì 7 giugno 2024

 FINE DELLA PORTAEREI RUSSA 

 

Sembra proprio che alla fine Mosca si sia decisa nella rottamazione dell'unica portaerei di cui, almeno formalmente, disponeva, vale a dire l'ADMIRAL KUZNETSOV, 59.100 tonnellate di dislocamento. Dal 2018 era ai lavori ma nel frattempo erano successi tre gravi incidenti. Mentre veniva fatta uscire dall'unico bacino galleggiante che la poteva contenere, l'aveva squarciato, facendola ribaltare, con una gru da 90 tonnellate che si era abbattuta sul ponte provocando un ampio squarcio. Poi ci sono stati ben due incendi. La nave aveva già una pessima fama, in particolare circa il suo apparato motore, ritenuto poco affidabile. Durante la sua ultima crociera operativa, nel 2016 (dove aveva operato a largo della Siria), era "scortata" anche da un rimorchiatore d'altura, pronto ad intervenire nel caso fossero sorti problemi. Ve lo immaginate voi la CAVOUR  o una portaerei statunitense che parte con dietro una unità pronta a rimorchiarla? Gli anni passavano e l'unità, entrata in squadra nel 1990, non rientrava in servizio, esposta comunque agli agenti atmosferici. I costi di riparazione salivano e rimanevano i problemi di fondo. Ora si parla di una nuova unità ma si tratterebbe, se mai, di un programma a lunghissimo termine, mentre i piloti russi perderanno le capacità di operare a bordo, capacità che non si riguadag nano in pochi mesi. Le ambizioni navali di Mosca, già messe in grave crisi dal conflitto con l'Ucraina, subiscono un altro duro colpo.


- NAVI SPOSTATE MOLTO SPESSO Le unità russe temono di essere colpite anche nei porti del Caucaso dai missili, per questo effettuano continui spostamenti, per evitare di essere colpiti. Questo ovviamente impegna gli equipaggi e logora i macchinari rendendo più difficili anche le manutenzioni. Ricordiamo come gli attacchi ucraini abbiano costretto le unità maggiori russe ad abbandonare Sebastopoli, un grave colpo strategico e al morale.

- CAVI NELLE RAFFINERIE Dopo i gravi danni subiti dalle loro raffinerie ad opera di droni, o russi tentano di limitare i danni stendendo una rete di cavi d'acciaio dal vertice delle torri di raffinazione fino a terra

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