giovedì 18 luglio 2019

RINNOVATE LE MISSIONI ITALIANE
Anche se siamo ad oltre metà dell'anno, solo ora sono state rinnovate e rifinanziate le missioni italiane all'estero. incluso quelle in mare. Complessivamente si parla di una spesa di 1.023 milioni di Euro per l'attività in Iraq (attualmente lo stanziamento maggiore), Afghanistan, Libano, Libia, Kosovo, Mare Mediterraneo, "anti pirateria", Somalia e via proseguendo.
Venendo al pratico, i nostri lettori si chiederanno cosa stiamo facendo in questi paesi. Sostanzialmente e quasi esclusivamente addestramento, oppure sostegno alle forze locali.
Il problema è cosa fanno i militari, stando alle indicazioni dei politici. E qui nascono i problemi, in quanto non è che l'attività operativa sia intensa e prosegue la scelta del gabinetto del ministro di non far vedere niente, un comportamento inaccettabile per un paese moderno, la solita scelta, condivisa in altri paesi, per cui quello che può creare imbarazzo semplicemente si tenta di nasconderlo, complice anche la sottomissione di tanti giornalisti e testate.
Poi vi sono scelte (o non scelte), pericolose, come mantenere un ospedale a Misurata e cedere vedette (fornendo anche appoggio logistico con una nave officina a Tripoli) solo a Sarraj, quando le forze nazionaliste controllano gran parte del paese e sono alla periferia di Tripoli, di cui controllano, non solo i pozzi petroliferi, ma anche i rifornimenti idrici della capitale.
L'impressione è che si voglia dare rilievo solo ad alcune attività, che creano meno proteste da parte di qualcuno, e si vogliono dei soldati "pacifisti" più che "pacificatori", come è emerso da certe scelte di governo. Stiamo in Afghanistan ma non partecipiamo all'attività operativa esterna, andiamo in Mali ma a bassissimo profilo, stiamo in Libia ma ci occupiamo solo di certi aspetti quando dovremmo prendere l'iniziativa per una grande operazione militare internazionale.




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