domenica 5 maggio 2019

ALZO ZERO
TRENTA: UN MINISTRO INADEGUATO


Per troppo tempo abbiamo sopportato il ministro Pinotti e la sua politica. E' una donna, la prima a capo del dicastero, e sembrava quasi di dover difendere una posizione in precedenza sempre tenuta da maschi.
Ora, seguendo una "moda" diffusa in Europa (con risultati vari), siamo alle prese con la Trenta, ma non possiamo fare, come tanti, passando sopra a certe cose.
Prendiamo solo due recenti episodi.Viterbo, 25 aprile scorso
Celebrazione del 25 aprile e presenza, richiesta, di militari, incluso il generale Riccò, comandante dell'AVES.
L'oratore si getta in un discorso di propaganda politica, attaccando il ministro Salvini e poi parlando dei massacri di civili che il contingente internazionale avrebbe fatto in Afghanistan. Ovviamente il soggetto non è mai stato in Afghanistan né conosce la storia del paese. Dovrebbe solo che evitare l'argomento perché la tragedia dell'Afghanistan è iniziata negli Anni '70 con il colpo di stato comunista del 1973 e l'invasione sovietica del 1979, giusto per ricordarlo.
Il generale Riccò, ufficiale di grande esperienza e decorato per missioni all'estero (fin dai tempi della Somalia) ha preso e ha tolto l'incomodo davanti a questo comizietto di parte di un oratore da quattro soldi, con un preciso scopo propagandistico.
Il ministro Trenta non ha trovato di meglio che uscirsene fuori con un commento del tipo "hanno sbagliato entrambi".
Col piffero!
Il rappresentante dell'ANPI ha offeso i nostri militari e ha fatto benissimo il generale Riccò ad andarsene e gli italiani devono gratitudine ha un uomo che, prendendosi dei rischi, ha manifestato il suo sdegno. Per troppo tempo i militari italiani hanno sopportato di tutto ma ora è il momento di finirla.
Altro episodio
Su internet appare una notizia che narra dell'intervento di una unità militare italiana in difesa di pescherecci italiani attaccati da una motovedetta libica. Il ministro (o chi per lui) subito fa i complimenti alla "italian navy" (in italiano si scrive Marina Militare ma bisogna far pur vedere se si conoscono due parole d'inglese). 
Chiunque di noi se avesse occupata della questione e fosse stato ministro, avrebbe chiamato lo Stato Maggiore della Marina dove, in pochissimi minuti, avrebbero potuto fornirli perfino l'elenco nominativo dei militari in azione.Si sarebbe informato sui dettagli dell'azione e via proseguendo, magari evitando di fare una figura non proprio brillante, prendendo per buona una delle tante balle che girano nel mondo della rete.
Invece ci si è affidati alla rete, salvo poi accorgersi, tardivamente, che non era vero niente! Niente pescherecci, niente motovedette libiche, niente azione della "italian navy".
Ma chi la tiene in circolazione certa gente?
Di Maio, che crede di essere credibile solo perché si cambia in continuazione la camicia e porta la cravatta, ha fatto sapere che "la Trenta non si tocca". Bene, speriamo proprio che, vista la gravità del comportamento e il sostegno politico avuto, lui e la sua compagna di partito facciano fagotto il prima possibile, in quanto hanno fatto già troppi danni. Dicono di essere onesti ma questo non è l'unica dote richiesta. Se uno è onesto ma incapace, per esempio, può fare più danni della grandine. L'onesta è un pre-requisito, difficile da trovare fra i politici ma non può essere la ragione sociale di un politico. Forse che tutti gli altri sono disonesti? 
Al generale Paolo Riccò va tutta la nostra solidarietà. Finalmente qualcuno che davanti all'ennesimo attacco ai nostri militari, ha fatto quello che altri non avrebbero avuto il coraggio di fare. 
E visto che abbiamo da 20 anni una rivista di storia e abbiamo scritto migliaia di articoli, è l'ora di finirla anche di far credere che la campagna d'Italia fu decisa dai partigiani. La decisero le forze alleate a cui dettero un contributo importante i reparti regolari del Regio Esercito. Il movimento partigiano in Italia poteva fare poco e solo negli ultimissimi giorni si espanse a dismisura, dato che in tanti corsero in "soccorso al vincitore". Inoltre, una parte dei reparti era di matrice comunista e voleva imporre la loro ideologia, arrivando perfino ad eliminare partigiani di diverso credo politico.




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