martedì 15 gennaio 2019

SULL'ARRESTO DI BATTISTI
 
Sicuramente Cesare Battisti era un terrorista, oramai in "pensione" da qualche decennio, abile nello sfuggire alle ricerche e nel raccogliere sostegno presso certi intellettuali, facendosi passare per un martire della giustizia italiana. Di sicuro ha fatto un errore imperdonabile, continuando ad utilizzare un telefono cellulare che aveva già utilizzato, limitandosi a cambiare, più volte, la scheda telefonica. Per gli investigatori italiani e per quelli brasiliani, che lo cercavano, è stato semplice ripercorrere la sua fuga, fino ad un remoto aeroporto brasiliano dell'interno (dove si è agganciato alla rete Wi-Fi) per poi passare in Bolivia.
Qui ha fatto un altro errore , credendo di poter ottenere sostegno di un governo dichiaratamente di sinistra ma che non aveva voglia di crearsi altri problemi per dare protezioni ad un soggetto condannato a 4 ergastoli, inclusi quelli per l'uccisione di un macellaio e di un orefice che ben difficilmente possono essere considerai "obiettivi politici".
Poteva sparire nell'immensità della foresta o, meglio ancora, infilarsi in Venezuela, dove sarebbe stato molto più difficile cercarlo e estradarlo, visto il clima che vige nel paese.
Che esca presto dal carcere abbiamo dei dubbi, non fosse altro per i soldi (tanti) che in questi anni sono stati spesi per la sua cattura (incluso quelli per dei tagli in Brasile per seguire la pratica d'estradizione). Che rimanga per decenni in prigione abbiamo seri dubbi in quanto tutti i protagonisti di quelle vicende sono fuori (magari con provvedimenti vari) da molti anni, incluso organizzatori e responsabili di fatti molto gravi. Se andate a vedere la storia, dopo fenomeni molto gravi, diffusi, poi si tende a chiudere quel periodo storico se la minaccia scompare anche se non tuti, anche in campo internazionale, la pensano in questa maniera.
La vicenda Battisti a fatto "scoprire" che ancora esistono dei ricercati che godono di protezioni all'estero, ad iniziare dalla confinante Francia. Non elementi minori ma persone con anche una mezza dozzina d'ergastoli sulle spalle, coinvolti nel sequestro Moro. Per esempio vi è Pietrostefano, condannato con Sofri per l'uccisione del commissario Calabrese (1972!), da molti anni ospitato in Francia.
E' in corso anche una indagine per scoprire chi ha aiutato Battisti nella lunghissima latitanza, argomento scottante in quanto coinvolge non oscuri malavitosi ma persone anche pubbliche, in Italia e all'estero. Tutte italiane anche certe amnesie circa gli appelli fatti in favore di Battisti, come nel caso di Saviane che alla richiesta di spiegazioni circa un appello firmato ha risposto "non capisco come mai quel documento porti la mia firma."

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