mercoledì 12 settembre 2018

IL FUTURO DEGLI F-35 ITALIANI 
E DELLA SUA PRODUZIONE
 
Eravamo "preoccupati" del fatto che ancora l'argomento F-35 non fosse stato tirato in ballo. Ci ha pensato il ministro della Difesa Trenta annunciando che "stiamo lavorando verso una riduzione degli esemplari ordinati".
Fatto salvo l'arresto della produzione, che è stato riconosciuto anche dalla Corte dei Conti, sarebbe una catastrofe economica (fra penali e mancata produzione, per non parlare della perdita di credibilità), anche questa strada potrebbe costarci cara. Il capo commessa potrebbe tagliare gli ordinativi per le componenti destinati ai velivoli stranieri (ali e cassoni alari ma non solo), per cui, per il paese, sarebbe un risparmio del piffero, tanto per dirla in termini tecnici, ricordando che gli Stati Uniti stanno valutando importanti prodotti italiani (M-346/T-100, fregate classe FREMM etc.).
Per quanto riguarda gli F-35 B per la Marina Militare, sono indispensabili, ricordando che si è passati da 18 a 15 e sotto non si può scendere. Qualcuno disserta di "leasing" di questi velivoli dai Marines ma RAIDS, interpellando importanti fonti statunitensi, ha saputo che l'USMC non intende privarsi neppure di una di queste macchine che attende con assoluta priorità e urgenza. Sotto la "scure" Trenta finirebbero i 15 F-35 B per l'Aeronautica, che rimarrebbe con i 60 "A".
Si prospetta l'ipotesi dell'acquisto di TYPHOON Tranche 4 (con la componente d'attacco migliorata, strada che seguirà il Regno Unito, che ha l'F-35, e la Germania, per cui sarebbe l'unico velivolo da combattimento in servizio) oppure l'acquisizione di M-346 in versione d'attacco al suolo (eventualmente anche monoposto), magari con produzione a Cameri. Ovviamente i TYPHOON non vengono portati da Babbo Natale nella gerla e l'M-346 d'attacco è altra cosa rispetto al LIGHTING II evidentemente.
Queste osservazioni sono fatte a prescindere dalla resa operativa dell'F-35, che non ci sembra stia deludendo le attese, nonostante una formidabile "contraerea" mediatica (in alcuni casi veramente sgangherata) di cui è stato fatto oggetto. Bisogna essere anche chiari. Il TYPHOON è un velivolo di 4a Generazione mentre l'F-35 appartiene alla generazione successiva, con il relativo bagaglio tecnologico, elemento che i politici tedeschi sembrano non aver notato, mettendo in crisi militari e industria aeronautica.
Noi saremmo per andare avanti con il programma anche per vedere cosa accade intorno a noi, visto che le acque non ci sembrano proprio tranquille. E' che i politici vorrebbero avere risultati immediati e la notizia di un ulteriore taglio, piacerebbe ad alcuni schieramenti. E non bisogna dimenticare la perdita di credibilità industriale che il paese avrebbe. La Germania, che aveva già ordinato 50 A-400 M, valore in base al quale ha avuto il carico di lavoro, ha detto che manterrà in servizio solo 40 macchine, prendendone in carico 50 ma poi mettendo sul mercato le 10 macchine di cui pensa di non avere bisogno.
Le componenti realizzate in Italia per l'estero e gli esemplari che dovrebbero essere realizzati per l'Olanda, costituiscono importanti contratti che si rischia di compromettere, con pesanti ripercussioni proprio economiche e occupazionali.
Intanto si sta prospettando anche il programma TEMPEST, una prospettiva lontana di cui però bisognerà tener conto.
Intanto bisognerà incominciare a pensare a chi cedere gli AV-8 B attualmente in servizio, dato che dovrebbero esistere alcuni possibili clienti, potendo recuperare dei fondi.
 

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