venerdì 15 giugno 2018

EUROSATORY 2018
SEGNALI DI CRISI PER IL SALONE DI PARIGI


Quando, negli Anni '70, partì come SATORY, il salone degli armamenti di Parigi era solo la vetrina dei (tanti) produttori francesi. Poi i francesi ebbero l'idea di farlo divenire internazionale, trasformandosi nella principale mostra del settore in Europa. Una espansione clamorosa con masse di delegazioni in movimento e ordini che fioccvano. L'ultima crescita la si ebbe con l'arrivo anche qui di realtà come la Russia e l'Ucraina, un tempo dall'altra parte della barricata e ora sul mercato, così come la Cina. Un flusso di denari consistenti anche perché vi era chi esponeva mezzi pesanti in grande quantità.
Nel corso degli anni la situazione si è trasformata, con il fiuorire di manifestazioni simili, in particolare in aree che sono importanti mercati, come il Medio e l'Estremo Oriente. Poi l'embargo alla Russia ha tolto di mezzo altri espositori., con perfino gli israeliani con meno mezzi esposti.
Per farla breve, quest'anno è stato, dopo oltre un ventennio, tagliata in modo pesante l'area esterna per "costringere" qualcuno dei grandi ad occupare parte degli spazi al coperto e renddre meno evidente una crisi legata anche a prezzi molto alti per gli espositori.
Anche le ditte, specialmente quelle medio-piccole, non possono fare tutti i saloni e fanno delle scelte. Ovviamente si cerca di mascherare la situazione ma è inutile nasconderlo se si vuol essere onesti. EUROSATORY resta un momento molto importante ma non è più quell'evento unico di un tempo.
E del resto lo si vede anche dalle non molte novità che vi si sono registrate. Una volta vi erano molte novità consistenti mentre oggi si ha l'ennesima versione del LEOPARD 2 o dell'ABRAMS, tutti oggetti nati all'epoca della Guerra Fredda, tanto per intenderci. E se prima Nexter (in precedenza GIAT) e Kraus Maffei Wegman (un tempo Kraus Maffei e, separatata, Wegman) avevano due stand separati, oggi sono una entità (seppur molto importante) unica. E che dire dell'uscita della Renault dal settore dei mezzi militari?
Fine della manifestazione? Assolutamente no ma forse andrebbe ripensata dato che la situazione è quella che conosciamo, in particolare in Europa, con bilanci della difesa quasi sempre contenuti e sul mercato molti produttori, come la Turchia, aggressivi e senza problemi per quanto riguarda la fornitura anche ad aree di crisi.

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