Alzo Zero
QUANDO IL MAGISTRATO E' TERRAPIATTISTA
Il
magistrato (o vuole essere chiamata "la magistrata") Alessandra Vella,
GIP del caso SEA WATCH 3, non conferma nessuna (ma proprio nessuna)
delle accuse contro la persona responsabile della nave, non
confermandone il fermo (il che è ben diverso da una assoluzione), fa
tutta una serie di osservazioni che stanno provocando un finimondo, in
quanto cozzano in modo stridente con la realtà, anche quella che hanno
potuto vedere tutti, come quando la nave (ignorando gli Alt ripetuti più
volte) ha costretto la vedetta della Guardia di Finanza ad abbandonare
la posizione lungo il molo, semplicemte tentando di schiacciarla. Date
voi le valutazioni che volete su certe affermazioni, sul fatto che
l'unità della Guardia di Fianza sia una "nave da guerra" fuori dalle
acque territoriali e diventi un patino all'interno delle medesime e via
proseguendo.
A
nostro avviso l'elemento più clamoroso e che grida allo scandalo (e a
provvedimenti molto seri) è quando afferma che "Libia e Tunisia non sono
porti sicuri", dimenticando che oiu viu sarebbe anche Malta.
I
nostri lettori sanno quale sia la situazione in Libia ma guarda caso
dai libici per mare se ne vedono pochissimi, salvo chi organizza questi
traffici infami. I libici rimangono in Libia, attendendo una soluzione a
cui tanti "pacifisti e hippies" nostrani non danno un contributo
concreto, rifiutandosi di muovere un dito e negando l'unica soluzione,
vale a dire una grande operazione militare internazionale, come fu fatto
in Albania, Bosnia, Kosovo, Timor Est e via proseguendo.
Che
la Tunisia non sia un porto sicuro, non solo non è assolutamente vero
ma rappresenta una gravissima offesa per un paese amico e per
l'intelligenza di tutti. Se qualche magistrato facesse un giro sulle
spiagge in Tunisia, vi troverebbe decine di migliaia di turisti europei
(e non pochi pensionati italiani che vi abitano!!), ma non nella parte
più lontana dalla Libia, per esempio nell'area di Biserta, ma proprio
sulla costa orientale, inclusa l'isola/penisola di Djerba, a ridosso del
confine, da dove passammo nel 2011 per raggiungere Tripoli (e anche in
quei giorni i turisti non mancavano). Dottoressa Vella, lo vada a dire
ai turisti che prendono il sole a Djerba che la Tunisia non è un porto
sicuro e vediamo che risposte avrà da persone in pantaloncini e costume
da bagno! E Malta, vi è "insicurezza" anche a Malta?
La
cosa è talmente clamorosa che la finiamo qui. Siamo certi invece che la
vicenda SEA WATCH 3 non finirà qui e se il Consiglio Superiore della
Magistratura si schiererà in difesa di posizioni oggettivamente
insostenibili, perderà quello scampolo di credibilità che rimane dopo i
recenti avvenimenti al suo interno, dove dovrebbe esservi l'apice della
qualità e della correttezza professionale e invece ne succedeva di tutti
i colori, inclusi i contatti con un certo Luca Lotti, personaggio
vicinissimo a Renzi che ambiva perfino a volere la delega sui servizi
d'informazione, giusto se qualcuno se lo fosse dimenticato!
Per
bloccare i traffici, serve una missione anche ai limiti delle acque
territoriali libiche che blocchi certi traffici pericolosissimi e
sommamente illegali e magari evitino che, infischiandosene del blocco
dell'ONU, navi vadano a scaricare tranquillamente armi a Tripoli,
postando poi tutto in rete, proprio a sfidare le risoluzioni ONU.
P.S.
Il ministro degli Interni Salvini, ha rivelato in aula che lo sbarco
dei clandestini era stato deciso per l'indomani, dopo che quattro paesi
avevano offerto la loro ospitalità. Per questo l'atto di forza è stata
una scelta ben precisa, una vera provocazione, lontano anni luce da "lo
stato di necessità" evocato da qualcuno, inclusa la dottoressa Vella.
Linea ferma contro i trafficanti ma anche con chi ci racconta che la
terra è piatta, finendo, in buona sostanza, per alimentare le partenze e
certi traffici.