lunedì 15 ottobre 2018

ESCLUSIVO

UN GIGANTE NEL SETTORE DEI CARRI:
LA MALISHEV DI KARKIV

Il responsabile della sicurezza ci fa dire dall'interprete che non immaginava di aver, un giorno, dato l'accesso ad un giornalista straniero. Siamo all'ingresso della Malishev di Karkiv (Karkov in epoca sovietica), nell'Ucraina orientale, una leggenda nel settore dei carri, anche se ha prodotto molte altre realizzazioni, da quando fu fondata nel 1895.  Nota per un lungo periodo come Morozov, nel 1931 realizzò i primi carri BT-2, poi i BT-7 e, dal 1940, i primi T-34, proseguendo la produzione (che includeva l'affidabile propulsore diesel B2) anche quando lo stabilimento, come altri 500, venne trasferito oltre gli Urali, per sfuggire all'avanzata tedesca. Il complesso industriale realizzò qualcosa come 70.000 (settantamila!) T-34 e suoi derivati, incluso, dal 1943, i T-34/85 con pezzo da 85 mm in luogo del precedente 76 mm. Nel 1964 partì la produzione dei T-64 e nel 1983 quella del T-64 BM con il nuovo propulsore da 1.000 hp, fino a giungere al T-80 UD OPLOT, attualmente in produzione. Il complesso industriale arrivò ad avere qualcosa come 60.000 lavoratori!
Tutto è vastissimo e grandissimo solo che avrebbe bisogno di un profondo ammodernamento, difficile con le dimensioni in gioco, uno dei problemi principali dell'industria già sovietica, dove non si faceva conto con il calcolo economico. 
Veniamo fatti entrare sulla linea di produzione dei propulsori 6TD a 6 cilindri contrapposti, due tempi, da 1.200 hp che spinge i moderni carri OPLOT attualmente in produzione. I reparti sono immensi ma i macchinari sono datati. Alcuni provengono dalla Svizzera, un dettaglio decisamente inatteso.
La fabbrica rischiava la chiusura, in quanto non aveva ordini interni e l'esportazione era ridotta, ma con lo scoppio del conflitto con la Russia, ha avuto nuovi ordinativi. Qui si riparano i carri T-64 danneggiati nel fronte del Donbas, ricordando che i T-64 hanno prestazioni in origine superiori a quelle del T-72, a cui venne affiancato perché più economico rispetto ai mezzi realizzati a Karkiv, e destinato all'esportazione a differenza dei T-64 (per questo i T-64 sono rimasti un mezzo mistero fino agli Anni '90), distribuiti alle unità corazzate di punta.
Attualmente si punta sul carro OPLOT, derivato dal T-64 ma munito di molti accorgimenti ammodernati (corazzatura avanzata, nuovo propulsore, nuovo calcolatore balistico e sensori), ma anche sull'ammodernamento dei T-72, in particolare del suo propulsore, portandolo a 1.200 hp e rientrando entro lo spazio disponibile, dotandolo anche di condizionatore, una componente indispensabile in climi caldi, non solo per gli uomini ma anche per l'operatività delle componenti elettroniche.
E' abbastanza noto che a Karkiv non solo si lavora su progetti da migliorare, come il propulsore 3TD a tre cilindri contrapposti, con potenze fra i 280 e i 600 hp, ma anche a migliorare le prestazione dei T-64 che si trovano ancora a migliaia nei magazzini (in vari stati di conservazione) e al nuovo programma T-REX  per un carro di nuova generazione. Un impegno necessario visto che si è tornato a combattere non molto lontano da qui. Attualmente i partner commerciali  più importanti sono il Pakistan (con aggiornamenti per i T-80 UD, e un nuovo progetto), l'Egitto, la Thailandia.
Un ringraziamento è doveroso per la direzione del complesso, per la prima volta con un giornalista straniero in quella che era il cuore dell'industria carrista sovietica, dove una visita di questo tipo non era possibile. Sono rimasti sorpresi nell'apprendere che nella ex Jugoslavia avevamo guidato un T-34/85 prodotto da loro e ancora funzionante dopo 50 anni da quando era stato costruito.
Torneremo sulla produzione della Malyshev analizzando nel futuro alcuni prodotti specifico.

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