sabato 22 settembre 2018

STRATEGIE E NECESSITA' 
DELLA DIFESA ITALIANA


L'Italia non è ceeto una grande potenza  ma neppure un paese marginale. Per questo, visto anche il quadro strategico, ha bisogno di Forze Aemate all'altezza dei compiti, ricordando che non si costituiscono e organizzano in poche settimane se vi è una emergenza improvvisa.
Visto le risorse disponibili, salvo particolari situazioni, siamo chiamati ad operare nel "Mediterraneo allargato", vale a dire con un'occhio a tutta l'Africa e al Medio Oriente, incluso le fondamentali vie di comunicazioni navali. Da noi non se ne parla assolutamente ma qualcuno è preoccupato, giustamente, che il Mar Rosso rimanga utilizzabile, ricordando che il conflitto nello Yemen ha portato a episodi preoccupanti.
Difficile ipotizzare operazioni esclusivamente nazionali, per cui serve la capacità d'inserire anche le componenti alleate. Un fattore molto importante.
Vi sono delle prerogative assolute, come il caso della Libia o dei Balcani (dove ancora non tutto è risolto e vi sono sempre dei rischi).
Per far fronte a necessità importanti, servirebbe uno strumento militare importante, che non è disponibile e non lo sarà, vuoi per problemi economici vuoi per scarsa sensibilità politica, salvo poi chiedere "miracoli" ai militari.
Lo strumento militare complessivo non è debole ma vi sono carenze, anche gravi. Pensiamo ai moderni mezzi corazzati (per esempio, i C-1 ARIETE hanno bisogno urgente di ammodernamento e di veicoli d'appoggio) serve un trasporto strategico mentre la Marina deve rinnovare le navi da sbarco e pensare ad un'altra unità portaerei, visto che fra pochi anni il GARIBALDI avrà 40 anni.
Le capacità tecnologiche nazionali ci sono ma con i bilanci attuali ci siamo trovati, per esempio, con le caserme in condizioni critiche e con troppi pochi alloggi di servizio.
Le Forze Armate hanno un costo ma producono sicurezza, un bene di cui si apprezza la reale importanza solo quando manca. Inoltre l'industria militare italiana da un contributo importante nonostante i limiti imposti, alcuni logici (non possiamo rifornire paesi aggressivi) altri più ideologici.
I militari hanno raccolto grossi crediti durante le missioni all'estero e questo è un capitale difficile da quantificare ma molto importante, in un mondo dove le grane spuntano a ripetizione. In questi casi ho si ha di che gestire le crisi o si chiede aiuto o si soccombe.
Ci viene in mente in caso del piccolo e pacifico Libano di un tempo "la Svizzera del Medio Oriente" che, quando arrivarono i problemi, non aveva di che affrontarli, essendo nelle mire anche di Damasco.

Nessun commento:

Posta un commento