CARACCIOLO: INCIDENTE ALLO IASD SULL'UCRAINA
Forse
Lucio Caracciolo pensava di parlare alla Scuola di Limes o nella
trasmissione della sua amica Gruber ma questa volta ha combinato un
mezzo incidente diplomatico. Era stato chiamato al Istituto Alti Studi
della Difesa a Roma, per parlare del conflitto in Ucraina, frutto delle
reiterate aggressioni russe.
Davanti
ad un centinaio di ufficiali e manager, ha attaccato con i temi di chi
fa parte del gruppo di "Repubblica", un gruppo che fra il 2010 e il 2016
editava (sembra a pagamento) la versione italiana di "Russia Today", un
organo smaccatamente di propaganda del regime di Putin. Era anche l'epoca in
cui i russi hanno arruolato molti sostenitori fra politici e giornalisti
italiani (non penserete mica che Biot sia stato l'unico a cadere "in
tentazioni" anche se forse è stato il più incauto?).
Orbene,
Caracciolo, direttore di Limes e con una presunzione che spruzza da tutti i pori della pelle, ha attaccato con i soliti temi, incluso una
cartina in cui si evidenziavano territori ucraini come "annessi",
ovviamente sorvolando su un'infinità di cose e parlando di un presunto
contrasto fra i vertici politici e militari ucraini che a noi, che
frequentiamo l'Ucraina da 10 anni, non risulta proprio.
Nell'intervallo un ufficiale ucraino ha preso la parola e fatto notare
che quanto affermato era la versione russa su questa grande tragedia e
che le cose stavano ben diversamente. Ne è nata una questione perché,
incidentalmente, l'Italia è sostenitrice dell'Ucraina nel resistere
contro l'aggressione russa, dettaglio che non ci sembra secondario, con
voto a larghissima maggioranza in Senato anche oggi.
Ma
qualcuno pensa di sostenere a piacimento certe tesi senza avere mai un
contradditorio adeguato? Forse non sapeva che nell'uditorio vi era un
ufficiale ucraino, di un paese che sta pagando l'aggressione russa con
un prezzo enorme e non era disposto solo a mormorare.
Sembra
che Caracciolo ci sia rimasto molto male ma la cosa non ci dispiace
affatto perché è il momento di chiarire certe posizioni e ognuno si deve
prendere le proprie responsabilità. Non è certo il solo ad avere certe
posizioni ma è tempo che si spieghi la realtà dei fatti e che le loro
tesi siano adeguatamente ribattute, perfino se sono sostenute dal
direttore di Limes, uomo che non ci ricordiamo, come tanti altri, di
aver visto sul fronte ucraino. Il fatto è che abbondano gli "analisti"
ma le analisi le fanno in poltrona a casa loro. Salvo poi sbagliarle in
modo clamoroso. Per fortuna!