lunedì 5 aprile 2021

TYPHOON ITALIANI PER L'ATTACCO 

 

Così come hanno deciso altri utilizzatori del bireattore TYPHOON, l'Italia ha deciso di realizzare anche configurazioni per l'attacco al suolo. Recentemente ha volato un TYPHOON del 4° Stormo di Grosseto con 6 missili aria-aria a corto e medio raggio, 4 bombe a guida GPS/laser GBU-48 da 454 kg, due serbatoi ausiliari sub-alari e un pod centrale per la designazione laser. Si tratta di una configurazione "pieno carico", dato che sarà abbastanza inusuale che un velivolo destinato all'attacco decolli anche con 6 missili aria-aria ma l'esperienza ha dimostrato le grandi capacità di carico del velivolo che, normalmente, è utilizzato come caccia, con varie configurazioni di missili e un cannoncino da 27 mm. 

Ovviamente le missioni d'attacco con questo velivolo sarebbero contro bersagli di una certa consistenza (posti comando, shelter, depositi di carburante, unità navali e via proseguendo). Per colpire gruppi di miliziani questi assetti risultano troppo costosi, soprattutto su tempi medi e lunghi. Per questo servono soluzioni adeguate, come i possibili AC-27 J (che hanno lunghi tempi di permanenza in volo) o gli M-346 armati, ricordando che certi bersagli richiedono ordigni di piccole dimensioni e peso ridotto, in genere.

Intanto anche i TYPHOON  del 36° Stormo  (in particolare il personale) di Gioia del Colle, si sta addestrando all'impiego di munizionamento offensivo, incluso i fondamentali processi di illuminazione laser, realizzabili da terra e anche da UAV. Gli ordigni a guida terminale hanno un costo ma garantiscono ottime probabilità di successo in un settore dove un tempo servivano grosse formazioni e numerose sortite.

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