TYPHOON ITALIANI PER L'ATTACCO
Così come hanno deciso altri utilizzatori del bireattore TYPHOON, l'Italia ha deciso di realizzare anche configurazioni per l'attacco al suolo. Recentemente ha volato un TYPHOON del 4° Stormo di Grosseto con 6 missili aria-aria a corto e medio raggio, 4 bombe a guida GPS/laser GBU-48 da 454 kg, due serbatoi ausiliari sub-alari e un pod centrale per la designazione laser. Si tratta di una configurazione "pieno carico", dato che sarà abbastanza inusuale che un velivolo destinato all'attacco decolli anche con 6 missili aria-aria ma l'esperienza ha dimostrato le grandi capacità di carico del velivolo che, normalmente, è utilizzato come caccia, con varie configurazioni di missili e un cannoncino da 27 mm.
Ovviamente le missioni d'attacco con questo velivolo sarebbero contro bersagli di una certa consistenza (posti comando, shelter, depositi di carburante, unità navali e via proseguendo). Per colpire gruppi di miliziani questi assetti risultano troppo costosi, soprattutto su tempi medi e lunghi. Per questo servono soluzioni adeguate, come i possibili AC-27 J (che hanno lunghi tempi di permanenza in volo) o gli M-346 armati, ricordando che certi bersagli richiedono ordigni di piccole dimensioni e peso ridotto, in genere.
Intanto anche i TYPHOON del 36° Stormo (in particolare il personale) di Gioia del Colle, si sta addestrando all'impiego di munizionamento offensivo, incluso i fondamentali processi di illuminazione laser, realizzabili da terra e anche da UAV. Gli ordigni a guida terminale hanno un costo ma garantiscono ottime probabilità di successo in un settore dove un tempo servivano grosse formazioni e numerose sortite.
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