CASA BIOT: RISVOLTI POLITICI
Sono emerse alcune ulteriori informazioni sulla vicenda che ha portato all'arresto di Walter Biot, l'ufficiale della Marina in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa che passava inormazioni a uno dei 15 addetti militari (e aggiunti) che operano presso l'ambasciata di Mosca. Il nostro controspionaggio ha raccolto innumerevoli prove sull'attività svolta, cogliendo l'ufficiale della Marina russa e il suo complice italiano letteralmente con le mani nel sacco, con pendrive con informazioni segrete e 5.000 Euro in contanti, non molto ma bisogna vedere cosa l'ex sottufficiale stesse passando.
La famiglia ha provato una difesa, adducendo problemi familiari ed economici (4 figli a carico e un mutuo da pagare) ma ovviamente si tratta di scuse di circostanza. L'uomo ora si trova in una situazione difficilissima, essendosi fatto adescare da ufficiali russi, roba che non accadeva da più di 30 anni, risalendo all'epoca dell'ancora esistente Unione Sovietica.
Mosca parla di "buoni rapporti con l'Italia" ma se voleva mantenere questi rapporti doveva evitare che i suoi ufficiali corrompessero un ufficiale della Marina Militare. Se si è utilizzato direttamente un ufficiale, con incarico diplomatico in Italia (che gli ha evitato l'arresto) è segno che anche loro si sono presi dei rischi e che speravano di ottenere informazioni importanti. I russi parlano di "contromisure" ma questa volta si sono fregati da soli e se espelgono qualcuno dei nostri all'ambasciata italiana a Mosca, faranno un altro errore.
Ora ci chiediamo come è nata l'inchiesta che ha fatto naufragare il piano russo. Se abbiamo fatto tutto da soli, molto bene, in quanto è la prova che stiamo attenti contro certe insidie, forse insospettiti dalla presenza di troppi addetti all'ufficio militare dell'ambasciata russa, senza che ci fosse alcuna giustificazione, come qualche collaborazione militare in corso. I russi non sono certo nuovi a questo tipo di azioni e, specie ultimamente, ci sono stati diversi casi. Se qualcuno ci ha fornito lo spunto iniziale, il "tema" è stato comunque svolto in modo professionale, ottenendo il massimo dei risultati possibili, ponendo fine a ogni possibile contenzioso. Del resto sul numero di febbraio di RAIDS avevamo segnalato proprio questo problema, evidente da tempo.
Un parlamentare del PD (Romano) non ha trovato di meglio che accusare Salvini di "intesa con Mosca". Anche questo è un errore clamoroso in quanto i politici possono parlare con politici di altri paesi, senza passargli segreti. Piuttosto, visto che è del PD, potremmo ricordargli quando il PCI prendeva montagne di denari direttamente all'ambasciata Sovietica a Roma (l'edificio è il medesimo), per giunta in dollari e non in rubli, cosa che era documentata dal nostro controspionaggio, di cui si mormorava ma che non vide mai azione concrete. E bisognerebbe ricordare le visite di Togliatti a Mosca, dove incontrò soggetti come Stalin, "un uomo dal polso fermo ma giusto" come ebbe a dire la Iotti in una intervista del 1998.
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