UNA VALANGA DI CRITICHE PER LA TRENTA
ORA SIAMO ANCHE AL "ME NE FREGO"
Al Messaggero che chiedeva al ministro Trenta se era preoccupato per un probabile rimpasto, a risposto con un "me ne frego", indice di uno stato d'animo oramai alterato, forse stressato per i troppi impegni, superiori alle sue forze, per di più con problemi ideologici.
Per il 2 giugno il ministro della Difesa (o il suo gabinetto) si è permessa addirittura di non invitare Giorgia Meloni, solo perché Fratelli d'Italia l'ha contestata in aula. In questo modo è venuto meno a precisi compiti istituzionali. Ora vogliamo vedere chi farà sfilare domani ma visto che l'ha contestata anche un suo sottosegretario, la sua posizione si fa traballante ogni giorno che passa.
Alcuni dei vertici militari del recente passato, non saranno in tribuna e non mancheranno altre contestazioni perché quando è troppo è troppo.
Probabilmente proverà a farsi scudo della figura del Capo dello Stato che sarà, per motivi di protocollo, al suo fianco ma il suo gradimento è oramai confinato ad ambienti da sempre schierati contro le Forze Armate e tutti cercano di scansarla in quanto oramai sembra fuori controllo.
La Trenta, come altri, passerà, ma bisogna pensare già al dopo. Quando avrà tolto il disturbo (le consigliamo una bella comune hippy, se ne esistono ancora, dove potrà gesticolare e organizzare "trenini"), serve qualcuno che mandi avanti i contratti e pensi al personale, riguadagnando la fiducia, scossa per comportamenti che mai si erano visti.
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