40° DEL G.I.S.
Alla presenza del ministro della Difesa Trenta,del ministro degli Interni Salvini, del generale Nistri (comandante generale dell'Arma) nell'ambito del grande complesso della caserma Salvo d'Acquisto di Roma (dove si trova il Comando delle Unità Mobili e Speciali PALIDORO), è stato festeggiato il 40° anniversario della Formazione del Gruppo d'Intervento Speciale dei Carabinieri.
Tante i volti conosciuti che abbiamo incontrato, provenienti da altre realtà speciali delle Forze Armate italiane a cui si aggiungevano anche alcuni dei dei rappresentanti dei produttori di equipaggiamenti. Ma vi erano anche i familiari degli operatori, curiosi di vedere cosa fanno i loro cari, evento veramente raro per il semplice motivo che alcune delle tecniche utilizzate devono rimanere riservate.
Brevi ma pieni di calore sono stati i discorsi delle massime autorità presenti. Reparti come questo garantiscono la sicurezza nazionale in situazioni molto delicate, in Italia come all'estero, collaborando strettamente con altre realtà, come il 1° Reggimento TUSCANIA e le nuove realtà operative dell'Arma per la sicurezza, anche in presenza di minacce particolarmente gravi e difficili.
Vi è stata poi una complessa dimostrazione che ha visto impegnati il personale del GIS e quello di altre componenti dell'Arma.
In pratica si ipotizzava una situazione di tensione in una città, sfociata poi nel sequestro di un gruppo di cittadini da parte di terroristi.
La dimostrazione vedeva proiettati su grandi schermi quanto avveniva fuori e dentro il grande edificio che si presupponeva occupato da terroristi, incluso il sistema Syncro Fire che consente di aprire il fuoco contemporaneamente da parte di tiratori scelti. Per questo si vedeva quello che poteva osservare dal suo canocchiale il tiratore scelto. Erano loro i primi ad intervenire, con due colpi (ma il rumore era unico) che raggiungevano la testa di due sagome (rappresentate da palloncini) che avevano in mezzo a loro un manichino che rappresentava un ostaggio. Per consentire lo sparo, dietro i manichini, sistemati su di un balcone, erano stato eretto un apposito parapalle.
Subito dopo interveniva due colonne di mezzi. Una, con veicoli RG-12 e LINCE, sfondava due barricate, con l'esplosione di due cariche (di tipo "cinematografico", con benzina innescata da una carichetta, trovandoci sempre dentro un centro abitato!), che impressionavano i presenti (e anche gli ipotetici terroristi). Fulminea, dall'altra parte, giungeva a ridosso dell'edificio, l'altra colonna, aperta da un RG-12 (un vero "apripista") e due grossi gipponi Ford muniti di rampe d'assalto superiori, con gli operatori del GIS che balzavano al primo piano dell'edificio penetrando nella struttura. I monitor ci hanno fatto vedere cosa accadeva all'interno mentre si accendeva un conflitto a fuoco e affluivano rinforzi. Due elicotteri AB-412 rilasciavano operatori del GIS sul tetto dell'edificio con il sistema del fast-rope, svolto in modo fulmineo, mentre un AB-109 circuitava sull'aria con un tiratore scelto al portellone, pronto ad intervenire.
Venivano neutralizzati vari terroristi, fra cui alcuni giunti all'improvviso con un veicolo. Subito dopo si faceva uscire il gruppo di ostaggi tenuti all'interno dell'edificio. Veniva simulata anche l'evaquazione di un ferito.
L'unico problema è che tutto si è svolto in modo rapidissimo (55 secondi per l'azione vera e propria e 6 minuti fino a quando non è uscito sul piazzale l'ultimo dei "sequestrati") ed era difficile cogliere i vari elementi dell'azione, coordinata da un'apposita centrale mobile munita di sofisticati sistemi di comunicazione. Concludevano la dimostrazione, il lancio di 4 operatori in caduta libera.
Sul numero di dicembre di RAIDS pubblicheremo un ampio servizio sulla dimostrazione, la più complessa che ci sia mai stato dato di vedere fra quelle di questo tipo.
Infine vogliamo segnalare l'abbraccio che familiari e amici hanno fatto a questi uomini dal volto coperto per motivi di sicurezza ma che loro sono in grado di riconoscere.
Non possiamo che fare i complimenti al personale impegnato nell'azione e segnalare che anche alcuni attenti invitati stranieri, proveneinti da reparti simili, hanno manifestato il loro sincero apprezzamento.
La speranza è che un intervento non sia mai necessario ma nel caso che lo fosse, sappiamo che potrebbe essere fronteggiato in modo adeguato.
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