Si è conclusa il 27 maggio Mare Aperto 22-1, l’importante evento addestrativo della Marina Militare al quale hanno partecipato anche unità dell’Esercito Italiano, dell’Aeronautica Militare e numerose realtà del contesto inter-istituzionale e inter-agenzia, come la Confederazione degli Armatori (Confitarma), il Centro di Geopolitica e Strategia Marittima (CESMAR), la Protezione Civile Italiana, il Corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa ed appartenenti al Sovrano Militare Ordine di Malta.
L’esercitazione, durata 24 giorni e sviluppata attraverso diverse fasi, ognuna delle quali con specifici obiettivi addestrativi, è stata diretta dal Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, insieme al suo staff imbarcato sulla portaerei Cavour e ha visto impegnati i comandi della Brigata Marina San Marco, delle Forze di contromisure mine e delle quattro Divisioni Navali in cui si articola l’organizzazione operativa della Marina.
Fin dall’inizio, l’esercitazione ha visto la partecipazione di unità appartenenti a Nazioni alleate, che hanno contribuito all’addestramento degli equipaggi ed al mantenimento di elevati livelli di interoperabilità tra le forze della NATO.
Oltre ai mezzi direttamente e stabilmente coinvolti nell’esercitazione, hanno contribuito alle fasi addestrative ulteriori assetti aerei dell’Aeronautica Militare, tra cui caccia Eurofighter, F35B STOVL, assetti di comando e controllo CAEW G550 e Tanker KC767A, nonchè di altre nazioni, arrivando ad un totale di oltre 30 aeromobili interessati, seppur temporaneamente, all’attività.
Il forte “connotato di proiezione” dell’esercitazione è stato sostenuto dalla presenza di una forza da sbarco composta da oltre 350 fucilieri della Brigata Marina San Marco integrata da una compagnia di Lagunari dell’Esercito Italiano su VTLM, e due della Forza da sbarco della Marina spagnola, per un totale di circa 630 unità.
“In questa edizione della Mare Aperto, la prima da Comandante in Capo della Squadra Navale, ho voluto ricercare la massima efficacia addestrativa, coinvolgendo gli staff imbarcati in processi di pianificazione complessi, in uno scenario in continua evoluzione – così l’ammiraglio De Carolis al termine dell’esercitazione – Grazie al pieno coinvolgimento degli studenti degli atenei partecipanti e delle realtà inter-istituzionali e inter-agenzia coinvolte, l’esercitazione è stata finalizzata alla preparazione delle forze marittime nazionali per la tutela degli interessi del Paese e delle organizzazioni internazionali cui esso aderisce, uno dei principali compiti istituzionali della Marina Militare” ha concluso l’ammiraglio.
Particolarmente significativi i risultati ottenuti dal gruppo cacciamine, al cui interno è stato integrato lo Standing NATO Mine Countermeasure Group 2 (SNMCMG 2) che ha operato nella Sardegna meridionale e, durante lo svolgimento dell’esercitazione, ha scoperto e identificato ben 16 ordigni inesplosi risalenti al Secondo Conflitto mondiale, tutti segnalati ai locali organi competenti per le successive azioni di bonifica.
L’elevato interesse dimostrato dalla NATO alla Mare Aperto 22-1 è dimostrato dalla partecipazione di unità e reparti delle forze armate di Canada, Francia, Germania, Grecia, Spagna e Stati Uniti, quale conferma dell’importanza dell’esercitazione anche sul piano internazionale.
Anche quest’anno il coinvolgimento di alcuni degli Atenei nazionali è risultato fondamentale nel contesto inter-istituzionale che caratterizza la Mare Aperto secondo un approccio indispensabile per lo sviluppo di temi addestrativi complessi. Dispiace molto che la stampa, incluso quella specializzata, sia stata esclusa anche da questa esizione. Dopo aver chiuso i teatri d'operazioni nternazionali, ora la scure si è abbattuta anche sulle manovre, una cosa che francamente lascia molto perplessi anche perché nessuno o quasi sembra essere interessato a queste scelte che sono sostanzialmente politiche.
Lo scenario che ne è derivato ha consentito il mantenimento e l’accrescimento delle capacità dei comandanti e dei rispettivi staff di valutare situazioni in rapida evoluzione, pianificare le azioni discendenti e muovere effettivamente le forze nel dominio marittimo di riferimento, comprensivo delle ampie porzioni di territorio litoraneo che esso comprende, degli spazi aerei sovrastanti nonché degli innovativi ambienti spaziale e cibernetico che insieme vanno a costituire il cosiddetto “multi-dominio”.